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| The Expendables 2: il ritorno di Schwarzenegger al cinema (07/09/2011) Nei Mercenari, l'adrenalinica ed esplosiva pellicola di Sylvester Stallone uscita lo scorso anno, c'è una scena che ha indubbiamente mandato in estasi ogni amante del cinema d'azione.
La potete vedere qui sotto, anche se avrete già capito che stiamo parlando di quei pochi secondi in cui le tre leggende viventi del cinema action, Sylvester Stallone, Arnold Schwarzenegger e Bruce Willis, sono riunite insieme.
Comprensibilmente, all'alba del buon esito commerciale del film, si è iniziato subito a parlare di un ipotetico sequel del film. Ora che il seguito è confermato già da diversi mesi, le fantasie più accese e sfrenate ruotano tutte intorno ai nomi di Arnold Schwarzenegger e Bruce Willis e alla speranza che la loro presenza non sia limitata ad un fugace cameo. A quanto pare, i fan possono ufficialmente stappare lo champagne e brindare, ma procediamo con ordine.
In questi giorni, potrebbe esservi capitato di leggere notizie che confermerebbero l'arrivo nel cast di Jean-Claude Van Damme, Chuck Norris, Scott Adkins e Donnie Yen. La realtà dei fatti è che ancora non c'è nulla di sicuro ancora per quanto riguarda questi attori. L'unica certezza arriva dalle pagine di Deadline: il sito assicura la presenza nei Mercenari 2 di Arnold Schwarzenegger e Bruce Willis in ruoli ben più sostanziosi rispetto a quanto visto nel primo capitolo. Per Schwarzenegger si tratterebbe del secondo film con la Lionsgate in aggiunta al film di Jee-Won Kim Last Stand. Bruce Willis dovrebbe invece prendere parte alla lavorazione della pellicola prima di volare in Russia per Die Hard 5.
Le riprese dei Mercenari 2 dovrebbero partire a ottobre. Diretto da Simon West, The Expendables 2 vedrà il ritorno sulle scene di Sylvester Stallone, Jason Statham, Dolph Lundgren, Mickey Rourke, Terry Crews e Jet Li. Siamo in attesa di conferme riguardo Jean-Claude Van Damme, Chuck Norris, Scott Adkins e Donnie Yen.
(fonte: www.badtaste.it) | | ADDIO A MIKE BONGIORNO (08/09/2009) Si chiamava Michael Nicholas Salvatore Bongiorno, ma era noto a tutti come Mike Bongiorno. Il re dei quiz televisivi italiani nacque a New York il 26 maggio 1924, italoamericano, figlio di madre torinese. Il nonno paterno, Michelangelo Bongiorno, era emigrato da Campofelice di Fitalia, frazione di Mezzojuso in Sicilia, dove aveva una bottega. Mike torna in Italia giovanissimo: frequenta il ginnasio e il liceo a Torino. Durante la seconda guerra mondiale interrompe gli studi e si unisce alle formazioni partigiane in montagna. Arrestato dai nazisti, trascorre sette mesi nel carcere di San Vittore a Milano; poi viene trasferito in un campo di concentramento nazista insieme a Indro Montanelli ma si salva grazie a uno scambio di prigionieri tra Stati Uniti e Germania. Dopo aver condotto negli Usa nel 1946 il programma radiofonico Voci e volti dall'Italia per la stazione radiofonica del quotidiano Il progresso italo-americano, si stabilisce definitivamente in Italia nel 1953, chiamato a sperimentare la neonata televisione con il programma Arrivi e partenze. Il programma va in onda il 3 gennaio 1954 alle 14,30: è il primo giorno di trasmissioni della televisione italiana.
RADIO - Nel 1955-1956 presentò alla radio il programma a quiz Il motivo in maschera, con l'orchestra diretta da Lelio Luttazzi. Tra il 1967 e il 1970 Mike Bongiorno conduce la trasmissione radiofonica pre-serale Ferma la musica!.
«LASCIA O RADDOPPIA?» - Il programma che incorona Mike Bongiorno come icona televisiva è Lascia o raddoppia? (che si ispira alla versione americana Una domanda da 64 mila dollari), primo grande successo della storia della tv italiana tanto da far chiudere i cinema al giovedì sera. Va in onda dal 1955 al 1959. Da allora Mike inanella una serie incredibile di successi tra cui Campanile Sera (1960), Caccia al numero (1962), La fiera dei sogni (1963-65), Giochi in famiglia (1966-67), Ieri e oggi (1976), Scommettiamo (1977), Flash (1980). Umberto Eco nel 1961 traccia un profilo del conduttore nella sua Fenomenologia di Mike Bongiorno. Uno dei programmi più importanti di Mike Bongiorno è Rischiatutto (1970-1974), in cui vengono introdotti in tv l'elettronica e gli effetti speciali; Sabina Ciuffini è la prima valletta «parlante» della storia della tv.
A CANALE 5 - Nel 1977 conosce Silvio Berlusconi, il per le sue tv private chiama i più grandi personaggi della tv fino a quel momento: Corrado Mantoni, Raimondo Vianello, Sandra Mondaini e Mike Bongiorno. Mike è il primo a portare gli sponsor nelle sue trasmissioni su TeleMilano (la futura Canale 5). Si apre un nuovo capitolo della storia di Mike Bongiorno con i successi Milaninter club, I sogni nel cassetto (1980), Bis (1981), Superflash (1982-1985), Pentatlon (1985-1986), Parole d'oro (1987), TeleMike (1987-1992) e C'era una volta il Festival (1989-1990), Tutti x uno (1992). La sua esperienza gli vale nel 1990 la vice presidenza dell'emittente Canale 5. Dal 1989 conduce con grande successo La ruota della fortuna, format americano, arrivando a stabilire il record di 3.200 puntate.
SANREMO - Nella sua carriera, Bongiorno vanta anche la presentazione di undici edizioni del Festival di Sanremo: la prima nel 1963, l'ultima nel 1997 con Valeria Marini e Piero Chiambretti. Nel 1991 presenta la prima edizione del varietà Bravo Bravissimo, dal quale prende spunto il nuovo programma Bravo Bravissimo Club, ideato dai suoi figli. La sua ultima fatica è la conduzione del nuovo programma di Rete 4 Genius. Nel settembre 2007 è tornato in Rai per la conduzione della 68.maª edizione di Miss Italia insieme a Loretta Goggi.
AL CINEMA - Bongiorno interpreta se stesso in alcuni film, tra i quali Totò lascia o raddoppia? (1956), Il giudizio universale (1961), C'eravamo tanto amati (1974) e Sogni mostruosamenti proibiti (1983).
SKY - Il 1° aprile 2001 partrecipa a una spedizione diretta al polo Nord, promossa dall'Opera romana pellegrinaggi per il centenario della prima spedizione polare. Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha conferito nel 2004 l'onorificenza di Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica all'ottantenne Mike. Il 20 marzo 2009, in risposta alle critiche che vedevano la sua partecipazione a una promozione del nuovo show di Fiorello su Sky come un tradimento nei confronti di Mediaset, ha reso noto di non aver avuto rinnovato il contratto dall'azienda di Berlusconi e di essere perciò libero di poter lavorare con chiunque. Il 26 marzo 2009 Sky annuncia che Bongiorno ha firmato un contratto per il programma RiSkytutto, in cui negli ultimi mesi l'emittente di Murdoch ha continuato a mandare in onda la pubblicità con Mike e Fiorello, con il quale aveva instaurato uno stretto rapporto di lavoro e di amicizia e aveva partecipato a campagne pubblicitarie. (Corrirere della Sera)
MILANO «È morto un grande amico, un protagonista della storia della tv italiana. Mi dispiace molto, anche perchè aveva un grande sogno, di diventare senatore della Repubblica italiana». È il commento alla morte di Mike Bongiorno del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sentito dai giornalisti mentre visitava gli stand del Salone del tessile. «Io personalmente non ho mai avuto problemi con lui - ha aggiunto accennando al "divorzio" di Mike Bongiorno dal gruppo Mediaset - aveva però avuto dei misunderstanding con degli uomini Mediaset».
La prima reazione di Silvio Berlusconi alla scomparsa di Mike Bongiorno è però di incredulità: «Mamma mia, ma è proprio vero?», chiedeva il Cavaliere poco prima di avere conferma della scomparsa del conduttore tv. «L’ho sentito una settimana fa al telefono - ha sottolineato - e gli avevo detto che negli spot l’avevo visto in forma spettacolare. Mamma mia, non mi capacito...» «Era in gran forma», ha ribadito Berlusconi. «Una morte così si spiega solo con un ictus o un infarto. Mi spiace tantissimo...».
Secondo Maurizio Costanzo Mike Bongiorno era «l’essenza della televisione italiana». «Inaugurò la tv italiana, era l’essenza della televisione italiana, su questo non c’è dubbio», ha detto l’autore tv. Cosa la colpiva di Bongiorno? «La sua professionalità, la sua capacità di costruire i suoi errori e le sue gaffes. Gliel’ho detto pure in faccia e non mi ha smentito», ha detto Costanzo, ricordando di averlo sentito solo pochi giorni fa al telefono.
«Personalmente lo rimpiango come professionista e come amico. Per quel che può servire a consolare, non a tutti capita di andarsene e rimanere nella storia della tv e del costume. E pensare che forse era a un passo dal realizzare il suo ultimo sogno, diventare senatore a vita». Così Emilio Fede ricorda all’ADNKRONOS Mike Bongiorno. «Lo ricorderei come il più intelligente e furbo gaffista - aggiunge Fede - che ha fatto della gaffe motivo di popolarità».
Queste le parole di Piero Chiambretti: «Sono scioccato dalla scomparsa di Mike Bongiorno. Una personalità di questo calibro e di simili proporzioni per me continua a vivere. Una leggenda vivente della televisione, ha inventato lui stesso la tv con i suoi quiz. L’unica cosa che posso dire è che dietro il silenzio e l’impossibilità di fornire qualsiasi dichiarazione c’è tutto ciò che provo in questo momento».
«È morto ad una età giusta a cui tutti vorremmo arrivare. I figlioli e i familiari che lo hanno amato possano essere fieri della vita che ha vissuto, di come l’ha saputa vivere facendo quello che riteneva giusto fare e dicendo quello che riteneva giusto dire. Quindi una vita bella che porta alla serenità di una morte giusta». Così Paolo Bonolis ricorda Mike Bongiorno. «Lo ricordo bene -aggiunge Bonolis all’ADNKRONOS- molto simpatico, molto Mike. Si discostava molto poco da quello che fosse realmente. C’era una certa assonanza tra quello che era e quello che la gente vedeva in televisione. Mike era così e lo è stato per tanto tempo, per chi lo ha amato da vicino e chi lo ha vissuto attraverso la televisione. Un personaggio -conclude- che ha fatto una bella fettina della storia di un mezzo di comunicazione come la TV».
Mike Bongiorno «era una persona molto corretta, molto appassionata, mi ha sempre colpito perchè era molto educato, rispettoso, scrupoloso e competente»: è questo invece il ricordo del cardinale Ersilio Tonini, arcivescovo emerito di Ravenna, di Mike Bongiorno, scomparso oggi all’età di 85 anni. «L’ho incontrato spesso - dice Tonini interpellato da Apcom - non ha mai abusato della sua fama che si era fatto. Ha creato uno stile di giornalismo televisivo, un grande esempio di comportamento educato e composto». Bongiorno è stato «l’uomo che ha creato uno stile, l’interesse del pubblico, geloso cioè consapevole di essere stato il primo a svegliare l’attenzione e l’interesse del pubblico». (La Stampa) | | Muore Michael Jackson (25/06/2009) L'addio al "re" online. Su Twitter più di 100mila messaggi l’ora. Forse già oggi l'autopsia. Si moltiplicano le ipotesi: abuso di farmaci o iniezione calmante LOS ANGELES Lacrime e polemiche per la morte di Michael Jackson, scomparso improvvisamente ieri notte per un arresto cardiaco nella sua residenza di Holmby Hills, sulle colline di Los Angeles. Mito del pop amato, ma anche molto controverso. Dal mondo stamane le lacrime delle star, Liz Taylon, Madonna, Liza Minnelli, il suo Quincy Jones con cui conobbe la celebrità negli anni Ottanta.
I fan, che attendevano l’ultimo tour di Londra a luglio, si sono radunati davanti all’ospedale dell’Ucla a Los Angeles e davanti alla sua villa a Beverly Hills.
Ma dietro la morte del rè della musica, molte critiche e polemiche. Interrogativi soprattutto sulle cause del suo decesso legate ai farmaci con cui si curava da una caduta in palcoscenico e che avrebbero dovuto aiutarlo a rimettersi in forma in vista della maratona di 50 concerti che doveva tenere a Londra. Brain Oxman, avvocato e portavoce della famiglia ha individuato nell’abuso di medicine la probabile causa del decesso. «Le persone che circondavano Michael lo hanno manipolato», ha denunciato. L’ex manager di Jacko, Tarak Ben Ammar, ha puntato il dito contro chi lo ha avuto in cura. «È chiaro che i criminali in questa vicenda sono i medici che l’hanno distrutto nel corso di tutta la sua carriera, distruggendogli il viso e prescrivendogli medicine per alleviare i dolori». «Non poteva più dormire senza i sonniferi», ha ricordato Ammar. In attesa dei risultati dell’autopsia - che sarà condotta oggi - e delle indagini della squadra speciale della sezione omicidi della polizia di Los Angeles incaricata del caso, circolano già alcune ipotesi. La più accreditata è quella un’iniezione, risultata fatale, di Demerol, un potente antidolorifico, derivato della morfina, capace di provocare arresti respiratori e cardiaci. Uno degli assistenti di Jackson aveva riferito di una difficoltà di respirazione della popstar e i medici hanno poi accertato la morte per arresto cardiaco. Michael Jackson soffriva di mal di schiena cronici e tempo fa era stato tanto che qualche tempo fa era stato addirittura fotografato mentre usciva dalla sua casa di Las Vegas su una sedia a rotelle. Non era un mistero che prendesse farmaci di vario tipo: antidolorifici, ma anche tranquillanti, antidepressivi, sonniferi e, secondo molti, droghe, compresa la cocaina. Di fatto il cantante cercava con questi ultimi concerti di riuscire a far fronte a una montagna di debiti.
Il Re del Pop doveva ai suoi creditori una somma che si aggira sui 500 milioni di dollari, più di 350 milioni di euro. A questi si aggiungono i danni per i mancati concerti: la Aeg Live, la società Usa che aveva convinto Jackson a programmare una cinquantina di spettacoli d’addio nell’auditorium londinese O2, ci potrebbe rimettere 348 milioni di euro. Una situazione che aveva costretto l’Aeg a insistere perchè i concerti passassero da 10 a 50 e che avevo portato il cantante a dire: «Non so come farli, sono molto stanco». (La Stampa) | | CORSO PER DEE JAY - TECNICHE DEL MISSAGGIO (03/04/2009) I corsi si terranno nella sede dell'associazione, in via Fontanesi 33 a Torino.
Corso promosso dalle discoteche Café Blue e Noise Club.
Lezioni singole o di gruppo con massimo 2 partecipanti
La finalità del corso è quella di permettere all'allievo una conoscenza approfondita delle principali tecniche di missaggio.
Il corso è aperto a chiunque voglia intraprendere la carriera professionale di DJ, o per chi semplicemente desidera dedicarsi ad un nuovo hobby. Possono partecipare gli aspiranti DJ e chi voglia anche solo perfezionare la propria tecnica. Alla fine del corso l'allievo avrà la conoscenza e la dimestichezza necessaria per proporre collaborazioni a tutte le strutture del settore: discobar, discoteche, villaggi turistici e simili.
Il corso verterà molto sulla pratica, con lezioni e prove pratiche "dal vivo", nelle discoteche torinesi.
Durata del corso: 4 settimane, 2 lezioni a settimana di 60 minuti, dal martedì al giovedì dalle 17 alle 19, o dalle 21 alle 22e30, con prove pratiche in locali torinesi.
Programma del corso:
* Strumentazione, assemblaggio e settaggio della consolle * Uso della strumentazione professionale ( giradischi e lettori cd ) * Tecniche base del mixaggio * Equalizzazione del suono * Mettere a tempo due brani * Come è strutturato un brano musicale,dall'intro a break * Gestione musicale del preserata, la musica d'ascolto * Gestione musicale della serata * Il DJ in discoteca: regole generali, principi fondamentali, etica professionale * I trucchi del mestiere * La S.i.a.e. e l’ E.n.p.a.l.s., in breve * Prove pratiche in studio ed in discoteca
Contributo richiesto: 80€ + tessera associazione 10€ annue
Docente: Angelo di Bari ( www.myspace.com/djdiba )
Esperienza decennale nei club italiani, tra i quali ricordiamo Barrumba, Faster, Zoo Bar, Café Blue, Colonia Sonora, Noise, Coco Village, Tuxedo, Studio 2, Big Club (TO), Shelter (MI), 28c, Horus (Roma), J&J (FE), Boom (VI), Kiwi (TV), Borderline (Londra)
Info e prenotazioni: 393.7266809 - 328.5535722 www.artisonore.com info@artisonore.com | | CORSI DJ - TECNICO DEL SUONO - COMPUTER MUSIC - CHITARRA E BASSO a TORINO (12/02/2009) Sono aperte le iscrizioni ai corsi DJ, TECNICO DEL SUONO, COMPUTER MUSIC, CHITARRA E BASSO dell'Associazione ARTI SONORE di Torino. I corsi si terranno nella sede dell'associazione, in via Fontanesi 33 a Torino. Lo scopo dell'associazione si occupa di diffondere il "sapere" musicale, attraverso corsi, eventi ed altre attività, perchè riteniamo che la musica, in tutte le sue forme, sia una parte essenziale della cultura dell'umanità ed un modo per unire i popoli. I corsi sono finanziati in massima parte da sponsor ed i costi da sostenere sono alla portata di tutti. Per ogni informazione: www.artisonore.com Tel: 393.7266809 - 328.5535722 email: info@artisonore.com | | Digitale terrestre, prime sconfitte (30/01/2009) Un dubbio, un forte dubbio, sta serpeggiando fra gli operatori del settore: a Mediaset qualcuno non ci dorme la notte; in Rai dicono che non è colpa loro, che se non ci fosse stata di mezzo l'imposizione dell'Unione europea…; al ministero rassicurano, non potendo fare altro. Il dubbio nasce dal fatto che, dopo infiniti rimandi, il digitale terrestre incontra più difficoltà del previsto e che, alla fine, rischia di rivelarsi per quello che è: una tecnologia obsoleta, costosa, limitata. Quello che l'ex ministro Gasparri presentava come il Paradiso terrestre delle comunicazioni pare ogni giorno di più un inferno. La messa in opera del Dtt è in sofferenza, come testimonia la Sardegna, dopo lo switch off di ottobre, lo spegnimento della tradizionale tv analogica e il passaggio coatto alla nuova tecnologia. In molte zone ci sono seri problemi di ricezione: non si vede ancora il nuovo ma non si vede più neanche il vecchio. Della nuova situazione ha approfittato Sky, aumentando il normale trend dei propri abbonamenti sull'isola. Che il passaggio da una tecnologia di vecchio tipo a una nuova comportasse una serie di problemi lo si sapeva, succede in tutti i campi. C'è molta confusione sui decoder (quelli comprati a minor prezzo non danno garanzie di affidabilità, alcuni non hanno nemmeno gli standard europei e quindi non riescono a captare le frequenze Vhf, su cui trasmette la Rai), la sintonizzazione dei canali non è impresa facile, molte antenne vanno sostituite o ripuntate e comunque liberate dei vecchi filtri. Nei centri urbani i risultati cominciano a dare i loro frutti e dove prima si vedevano 20 o 25 canali adesso se ne possono vedere 80, con una migliore qualità dell'immagine. Ma i veri problemi di fondo sono altri, due in particolare. La tecnologia del Dtt è una tecnologia pesante, ha bisogno di molti trasmettitori, più potenti e più capaci dei mille e mille vecchi tralicci con cui, in cinquant'anni di storia, la Rai è riuscita a «illuminare» l'intero Paese.
È vero, come sostiene qualcuno, che anche altri Paesi europei hanno avuto problemi nel passaggio dall'analogico al digitale ma nessun Paese europeo ha la struttura orografica dell'Italia. C'è tutto un fiorire di aneddoti e di leggende sulla straordinaria bravura dei tecnici Rai nel portare il segnale nelle più sperdute e inaccessibili zone delle valli alpine e della dorsale appenninica. Adesso il problema si ripropone, più grande ancora. Come dimostra appunto il caso dell'esperimento Sardegna. E quando, fra poco, toccherà alla Valle d'Aosta, al Piemonte, al Trentino, alla Campania cosa succederà? A fronte di questi intoppi, per altro prevedibili, c'è da registrare un'aggiunta importante: per mantenere attivi i trasmettitori ci vuole un enorme impiego di energia in un paese dove l'energia si compra a caro prezzo. Se si spegnessero tutti i trasmettitori si potrebbe tranquillamente alimentare una città, contribuendo a diminuire l'inquinamento elettromagnetico. Senza contare, al contrario, che il segnale via satellite ha bisogno di minore energia. Il secondo grande problema è questo: il Dtt è la conseguente evoluzione del segnale analogico; si pensava quindi, ragionevolmente, che il passaggio fosse più naturale, meno traumatico, specie in regioni pianeggianti. Con un semplice decoder l'utente trasforma il vecchio televisore in una macchina delle meraviglie. Il che è vero, ma solo in parte. Senza entrare troppo nello specifico, il Dtt è una tecnologia limitata, perché riesce a fornire un numero alto ma pur sempre contenuto di frequenze. Un esempio: in questo momento va in onda il Grande Fratello, un programma la cui caratteristica principale è che le telecamere nella casa romana sono accese 24 ore su 24. Su Sky c'è un canale apposito (Sky Show, 116) per vivere in diretta questa discussa esperienza. Il Dtt ne propone addirittura due, di canali: Extra1- Premium ed Extra 2-Premium. Il Dtt è più ricco del satellite? No, per niente. Su Sky Show c'è un tasto verde con cui si possono scegliere, senza cambiare canale, ben quattro inquadrature differenti, con i rispettivi sonori. Il Dtt, per fornire due inquadrature differenti, deve impiegare non uno ma due canali. Il Grande Fratello può apparire un esempio poco significativo («E chissenefrega di vedere il GF!») ma se noi ragioniamo sul futuro della tv le cose si complicano non poco. La tendenza in tutto il mondo, a partire dagli Stati Uniti, è quella di offrire anche programmi in Alta Definizione. Che è uno strabiliante modo di vedere la tv in grado di cambiare radicalmente le nostre abitudini, non solo per lo sport o per il cinema.
Ma se, per ipotesi, si cercasse di portare l'HD sul Dtt i canali si ridurrebbero drasticamente, perché l'Alta Definizione occupa molto spazio. E poi non si era detto che l'etere bisognava riservarlo alla telefonia? L'Italia non è un paese cablato come gli Stati Uniti, o lo è solo parzialmente. A New York, con circa cento dollari al mese, ci si può collegare al cavo ed avere, contemporaneamente, i servizi televisivi (un'infinità di canali, a secondo del tipo di abbonamento) e quelli telefonici, compreso Internet. L'ideale per l'Italia sarebbe l'introduzione del WiFi, per poter usufruire dei vantaggi della Rete in ogni situazione, per facilitare l'integrazione fra televisore, pc e palmare. O la banda larga via satellite. C'è infine un problema di investimenti: impiantare il Dtt terrestre costa. Bisogna comprare nuove frequenze, bisogna alimentare i trasmettitori, bisogna programmare nuovi decoder interattivi, bisogna… ma in Rai non c'è una lira. Non a caso lo sviluppo del Dtt è asimmetrico, sia dal punto di vista tecnologico che da quello della programmazione. A parte il piccolo miracolo di Rai4, Mediaset è molto più avanti, è come se, paradossalmente, si dovesse tirare dietro il suo competitor (o presunto tale, visto che nel frattempo il posto è stato occupato da Sky). Mediaset sul Dtt ha tre ottimi canali (Mya, Joy e Steel) ma fatica a dare loro la visibilità che meritano. Quanto tempo ci vorrà ancora perché questi tre canali entrino nelle nostre abitudini visive? Per questo, l'invito a pranzo di Fiorello da parte del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi va letto in maniera meno folcloristica di come è stato fatto. Per questo, Mediaset sta pensando di coinvolgere la Rai in una nuova avventura satellitare, Tivù Sat (48% Mediaset, 48% Rai, 4% La7). Eutelsat ha già pronto un satellite con nuovi trasponder, non bisognerà nemmeno spostare la parabola di Sky. A quel punto che fine farà il «vecchio» e costoso digitale terrestre?
(Corriere della Sera) | | Morto lo scrittore John Updike (27/01/2009) Lo scrittore John Updike, autore di numerosi romanzi di successo e vincitore di due premi Pulitzer, e' morto per cancro ai polmoni, informano i media americani. Aveva 76 anni . Un suo romanzo del 1984, Le streghe di Eastwick, è stato trasposto nell’omonima fiction cinematografica. | | E' morto Mino Reitano (27/01/2009) E' morto questa sera dopo una lunga malattia Mino Reitano. Il cantante, 64 anni, si e' spento nella sua abitazione di Agrate Brianza, assistito dalla moglie Patrizia e dalla figlia Giuseppina Elena. Reitano era malato da due anni, ed era stato sottoposto a un intervento chirurgico un anno e mezzo fa e, successivamente, nello scorso novembre. I funerali del cantante, che lascia anche un'altra figlia, Grazia Benedetta, si svolgeranno giovedi' alle 15 nella chiesa di Agrate Brianza. (Ansa) Baudo: era un emigrante con la voglia di arrivare "Mino Reitano era un bravissimo ragazzo, ostinato, il classico emigrante con grande voglia di arrivare, esuberante, simpatico". Cosi' Pippo Baudo ricorda commosso il cantante, scomparso questa sera a 64 anni.
"Nonostante il finale tragico e la sofferenza che durava da parecchi anni - sottolinea Baudo - Mino e' stato fortunato, perche' ha avuto dalla vita quello che voleva, passando dall'anonimato della provincia meridionale ai palcoscenici piu' importanti del mondo dello spettacolo, del quale e' diventato a pieno titolo un protagonista".
Di Reitano, Baudo cita "i grandi successi a San Remo, ma soprattutto a Canzonissima, con la sua capacita' di coinvolgere centinaia di migliaia di persone, che da casa lo votavano senza esitazione, e di farsi notare, con esibizioni che a qualcuno talvolta sembravano eccessive. Ma aveva anche l'animo del compositore: ha scritto, tra l'altro, 'Una ragione di piu", uno dei brani piu' belli del repertorio di Ornella Vanoni, che considerava il suo piccolo capolavoro". "Finche' ha avuto la forza - dice ancora Baudo - non si e' mai risparmiato nei suoi spettacoli, che duravano anche tre ore, grazie alla sua grande voglia di farsi amare. Mino - conclude Pippo - lascera' un ricordo piacevole e simpatico, e questa e' la cosa piu' bella per un artista". | | Il VCR è ufficialmente morto (29/10/2008) Lo ha annunciato JVC, compagnia leader nella produzione e creatrice del VCR - videoregistratore, per gli amici. L’oggetto che per circa tre decenni ci ha tenuti incollati alle poltrone dei nostri salotti e ha dato per primo ai telespettatori la possibilità di scegliere quando e come vedere un film o un programma televisivo, non verrà più prodotto come lettore indipendente.
E’ probabile che continueremo a vedere per un po’ i combo (VHS + DVD) e magari in futuro qualche compagnia produrrà pure un lettore Blu-Ray con VHS, giusto per fare i nostalgici. Però l’era del VCR è definitivamente tramontata, e con lo streaming e il download non poteva essere altrimenti. | | STAR TREK: SULU FINALMENTE SPOSA IL SUO COMPAGNO (16/09/2008) George Takei, 71 anni, noto come il signor Sulu della prima serie di Star Trek, quella del comandante Kirk, ha finalmente sposato il suo amore, dopo 21 anni di vita in comune: si tratta del cinquantaquattrenne Brad Altman. I due erano stati la prima coppia gay di Hollywood a ottenere una licenza matrimoniale, dopo l'introduzione in California della legge che autorizzava le nozze tra persone dello stesso sesso. Il matrimonio e' stato celebrato da un sacerdote buddista presso il Japanese American National Museum di Los Angeles, davanti a 200 invitati. Testimoni Walter Koenig, che interpretava il ruolo dell'ufficiale di navigazione Pavel Chekov, e Nichelle Nichols, il tenente Uhura. Lunga vita e prosperità. |
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